San Liberato

La Vita di San Liberato

Uomini e donne, grandi e piccoli, preti e religiosi si rivolgono a San Liberato. Il motivo di questa devozione straordinaria, perché lo sentano più vicino, nella preghiera che nei diversi momenti.

Chi è San Liberato?

San Liberato è nato a Loro Piceno, archidiocesi di Fermo, verso 1218 dalla nobilissima e potente famiglia del Conte BRUNFORTE, signore di Loro Piceno e Mogliano.  S’ignora i nomi della madre, ma era oriunda da Mogliano. Liberato aveva un fratello di nome GUALTIERO.

A 18 anni, sentito la chiamata del Signore, lasciò la casa paterna e rinunciò al titolo di nobiltà di cui era stato decorato, e la remise a suo fratello GUALTIERO. Liberato iniziò il noviziato a Rocca Bruna, a due Km. Da Sarnano, Archidiocesi di Camerino. Dove sostò anche San Francesco nel 1215.

Ordinato Sacerdote, verso 1240, animato dallo spirito di austerità e di una vita contemplativa e si ritirò nell’Eremo di Soffiano, oggi grotta di Soffiano, costruito nel 1101, a ridosso del monte Ragnolo. Dall’attuale convento dista circa tre chilometri.

La vita contemplativa di San Liberato a Soffiano

San Liberato fu di sì grande santità e grazia, che tutto pareva spirituale, e spesse volte era rapito in Dio. Mentre Liberato stava tutto assorto ed elevato in Dio, aveva anche la grazia della contemplazione, tante volte venivano a lui uccelli di diverse maniere e domesticamente si posavano sopra le sue spalle e sopra il capo, sulle braccia, sulle mani, e cantavano meravigliosamente.

 Il frate era molto solitario e rare volte parlava, ma quando gli chiedevano qualcosa, allora rispondeva così graziosamente che sembrava piuttosto un angelo che un uomo. San Liberato era di grandissima orazione e contemplazione, e li frati che erano con lui, lo avevano in grande reverenza.

A l’età di 40 anni, fu già consumato dalla sua vita di penitenza, tanto che non poteva prendere alcuni cibi. Si ammalò gravemente, e non voleva prendere nessuna medicina, ma tutta la sua speranza era nel medico Supremo Gesù Cristo e nella sua benedetta Madre.

Stando sul letto, e disponendosi alla morte con tutta la divozione, ecco che gli apparve la gloriosa vergine Maria madre di Cristo, con una grandissima moltitudine d’ angeli e di sante vergini, con meraviglioso splendore, e si avvicinò al suo letto. Il frate vedendola, fu preso da un grandissimo conforto e allegrezza, sia nell’ anima e che nel corpo, e cominciò a pregarla umilmente di invocare il figliolo affinché, per i suoi meriti egli lo traesse dalla prigione della misera carne.

 E perseverando in questa preghiera con molte lagrime, la vergine Maria gloriosa gli rispose chiamandolo per nome, e dicendo: «Non dubitare, figliuolo, perché la tua preghiera è esaudita, ed io sono venuta per confortarti un poco, prima che tu parta da questa vita.

A lato della Vergine Maria vi erano tre sante vergini, le quali portavano in mano tre vasetti di medicamenti di smisurato odore e dolcezza. Allora la Vergine gloriosa prese ed aprì uno di quei vasetti, e tutta la casa fu ripiena d’ odore; e prendendo di quel medicamento con un cucchiaio, ne diede all’ infermo, il quale, non appena lo ebbe assaggiato, san Liberato sentì così grande conforto e così tanta dolcezza, che l’anima sua pareva che non potesse più stare nel corpo.

 Ma la pietosa Madre porse ancora di quel medicamento al malato, e vuotò il primo vasetto. Poi ella prese il secondo, vi mise il cucchiaio per darne al frate; ma questi dolcemente si rammaricava e diceva: “O beatissima Madre di Dio, se l’anima mia è tutta liquefatta per l’odore e soavità del primo medicamento, come potrò io sostenere il secondo? Io ti prego, benedetta sopra tutti li santi, che tu non me ne dia più. Risponde la gloriosa Vergine Maria: «Assaggia, figliolo, anche un poco del secondo vasetto».  E dandogliene un poco disse: «per Oggi, figliolo, tu ne hai a sufficienza. Confortanti, però, perché presto verrò date e ti condurrò al regno del mio Figlio, il quale tu hai sempre desiderato.  E detto questo, partì da lui; ed egli rimase così consolato e confortato per la dolcezza, che per più giorni visse sazio e forte senza nessuno cibo corporale. E dopo diversi giorni, allegramente parlando con i frati, con grande letizia e giubilo passò di questa misera vita e andò alla vita eterna verso l’anno 1258. A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.

Sedici anni dopo la sua morte, le sue ossa vennero trasportate all’Eremo di Monte Santa Maria, assieme ai resti del Beato umile e Fra Pacifico. Nel 1421 l’Eremo di Monte Santa Maria prese il nome di Santuario di San Liberato.

In realtà Liberato è ancora Beato, ma invocato da tutti e per i numerosi prodigi, il popolo di Dio lo ha santificato chiamandolo Santo. Fu riconosciuto “santo” dal Papa Benedetto XIV e il Papa Clemente XI nel 1713 ne confermò solennemente il culto il 6 settembre che ricorre il giorno della sua morte.

Preghiera

O Dio, nostro Padre,

che dalle vanità del mondo

hai chiamato il beato Liberato

a seguire Cristo sulla via della croce,

insegnaci a valutare le realtà terrene secondo il Vangelo

per amarti con cuore libero e puro.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,

per tutti i secoli dei secoli.

 Amen