Domenica 15 Settembre 2024
Breve Omelia di Fra Moreno
Riflessione Di Fra Prosper
XXIV Domenica del Tempo Ordinario, anno B 15/09/2024
Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Il brano si svolge lungo la strada. La prima parte del vangelo di Marco contiene la rivelazione di Gesù come Messia attraverso parabole, miracoli e prodigi. La seconda parte (che inizia con il brano che abbiamo ascoltato) contiene il viaggio di Gesù verso Gerusalemme e i tre annunci della passione, mentre la terza parte racconta la sua passione, morte e resurrezione.
Gesù cammina con i suoi discepoli, e pone delle domande. A prima vista potrebbero sembrare domande di circostanza, ma il Maestro sa bene dov’è diretto e dove condurre i suoi.
La gente. La prima domanda è molto generica, e la risposta è diversificata. Gesù parte da lontano, intende cogliere il sentire della folla, della gente che parla di Lui. La risposta è molteplice, ma, in sostanza riporta che Gesù è un personaggio particolare che non passa inosservato per ciò che fa, forse un po’ strano, che fa cose portentose e suscita curiosità. Questa risposta per quanto imprecisa, indica come Israele attendesse un Messia, un qualcuno di molto vicino a Dio che venisse a risollevare le loro sorti.
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
Ma Voi. Siamo al cuore del brano. Gesù entra nel dettaglio, e chiede a coloro che camminano con Lui cosa pensano, come lo identificano, chi seguono.
La risposta di Pietro è molto netta e definitiva: Tu sei il Cristo. A livello grammaticale, “Cristo” può essere definito un aggettivo sostantivato, perché dice le qualità del soggetto e ancor più identifica il soggetto. Il termine “Cristo” deriva dal greco χριστός, che già traduceva la parola semita “mashìah”, da cui la parola italiana Messia). Entrambe le parole significano «unto» (con olio): presso gli ebrei si ungeva con olio qualcuno o qualcosa che si voleva «consacrare a Dio per sempre: i re, i sacerdoti, e talvolta i profeti, perché l’olio è il simbolo dell’abbondanza donata da Dio; inoltre gli Ebrei non conoscevano i solventi dell’olio, per cui una macchia d’olio era incancellabile, come una consacrazione a Dio è per sempre. Pur rimanendo vero quanto detto fin qui, Pietro afferma qualcosa di più: non dice (come la gente) che Gesù è un profeta ma che Gesù è IL Cristo, il consacrato di Dio per eccellenza, il Messia, non un semplice profeta, ma Colui del quale tutti i profeti profetizzano e annunciano.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
La risposta di Pietro ha sicuramente fatto centro, identificando Gesù il Cristo, inviato e consacrato dal Padre nello Spirito. Ora Gesù conduce Pietro e gli altri in un sentiero difficile e impervio, annunciando loro la propria passione, morte e resurrezione. Questo annuncio è un insegnamento (“cominciò ad insegnare loro” dice il testo): il Maestro sa quanto è difficile e faticosa la strada dell’incarnazione, e su quella strada conduce i suoi. Pietro, lo stesso che ha rispostoprontamente, ora si oppone, rimprovera addirittura il Maestro: colui che ha riconosciuto il Cristo, all’annuncio della passione indietreggia e rifiuta il dolore e la morte, perché quanto prospettato si oppone all’idea di Messia glorioso e trionfante.
Gesù ferma subito Pietro, e lo chiama Satana, senza inutili giri di parole. Satana significa oppositore, avversario, e per quanto ci sembri eccessivo questo termine, è invece usato propriamente da Gesù. Pietro infatti si oppone a tutto il piano della salvezza. L’unica azione che può salvarlo è “va’ dietro a me”, cioè torna a essere discepolo, fidati del mio insegnamento e seguimi, anche se ora non capisci e tutto ti sembra così assurdo. La risposta di Pietro necessita di incarnazione.
La folla. “Convocata la folla insieme ai suoi discepoli”, torna a seguire le orme del Maestro, il quale chiarisce a tutti dove sta andando, e la strada che Lui percorrerà sarà la stessa di chi intende seguirlo. Gesù dice: avete riconosciuto in me il Cristo, vi ho annunciato qual è la strada che percorrerò, se qualcuno vuol venire dietro a me, sappia che la strada è questa: rinnegare se stesso, prendere la propria croce e seguirmi. Noi siamo chiamati cristiani, coloro che seguono il Cristo. Anche noi con Cristo siamo unti e consacrati per sempre. Cristo non si è sbagliato con noi, Cristo ci ha chiamati per sempre. Con il battesimo veniamo unti e consacrati, per essere a servizio del Signore e siamo cristi con Cristo.
Sia lodato Gesù Cristo
Fra Prosper a Lubumbashi/Congo